Open/Close Menu Maria Giovina Russo
la danza negli occhi - open dance

Gli occhi possono apprendere la danza e danzare con grazia

Tutte le tecniche basate sull’osservazione ti rendono consapevole innanzitutto  di quanto il vedere implica energia in movimento verso il mondo esterno e di quanto sforzo implichi un uso scorretto o meglio – forzato degli occhi. Se questa energia, dovuta alla natura del loro movimento viene improvvisamente arrestata, troverà un’altra strada lungo la quale fluire con il minimo sforzo: quello che richiede naturalmente.

In questo modo si aprirà per te un mondo differente.

Comincerai a vedere cose che non hai mai visto, a percepire cose che non hai mai percepito, a sentire odori che non hai mai sentito. Un mondo nuovo, più sottile, comincerà a funzionare. Esiste già ma ora si rivela

 

La danza degli occhiMa prima di tutto è bene comprendere qualcosa sugli occhi.

Innanzitutto, gli occhi sono la parte più incorporea del corpo umano, la meno materiale. [bctt tweet=”Se la materia può farsi non materia, questo accade con gli occhi”]. Gli occhi sono materiali e immateriali. Allo stesso tempo, sono il punto di contatto tra te e il tuo corpo. In nessun altro punto del corpo avviene un incontro così profondo. Fra te e il tuo corpo esiste una grande distanza, ma negli occhi sei più vicino al corpo e il corpo è più vicino a te. Per questo gli occhi possono essere usati per esplorare quello che è definito il corpo nascosto. E’ sufficiente fare un salto partendo dagli occhi e sei arrivato alla fonte.

Questo non è possibile partendo dalle mani, dal cuore o da qualsiasi altra parte del corpo umano. Dagli occhi è sufficiente un passo per entrare in se stessi, da tutti gli altri punti il viaggio è molto più lungo e la distanza enorme. Ecco perchè le pratiche del tantra, dello yoga e di ogni disciplina in ogni parte del mondo usano in continuazione gli occhi. Da lì sei più vicino. In nessuna altra parte del corpo siamo altrettanto presenti.

E’ difficile lavorare sui propri occhi  perchè sono organi involontari: (è impossibile controllare la dilatazione delle pupille..) ma possiamo muoverli volontariamente e arrestarli fino alla lacrimazione, iniettarli di attenzione. Gli occhi sono delle porte – e le porte si attraversano. Se sai come aprirle diventerai vulnerabile, aperta. Ma se vuoi entrare nella tua vita segreta, se vuoi conoscere il tuo vero aspetto, dovrai lavorare sui tuoi occhi, e reggere questa vulnerabilità che in sè è molto potente. Se maturi questo coraggio – il coraggio di accettare questa vulnerabilità, avrai strumenti poderosi – e questa vulnerabilità smetterà di preoccuparti. Ma dovrai lavorare sui tuoi occhi, in quel caso potrai entrare.

Il movimento è la loro natura

 

Proprio come un fiume che scorre, non stanno mai fermi ed è a causa di quel movimento che sono così vivi. Il movimento è anche vita. Gli occhi sono molto liquidi, in costante movimento, questo movimento ha il suo ritmo, il suo meccanismo, la sua struttura: non si muovono a caso, senza regole. Il loro ritmo rivela molte cose: tutti i movimenti degli occhi sono collegati al processo del pensiero, se questo processo si arresta, gli occhi non si muovono, non occorre.

Per questo, se immobilizzi gli occhi, anche per un istante, il pensiero ha un arresto immediato (e viceversa). Puoi provare a fermare gli occhi su un punto preciso, su un oggetto in particolare e non muoverli più.

La loro natura è il movimento: puoi fermare gli occhi, ma non puoi impedire il movimento. Comprendi la differenza. Puoi fissare un punto e immobilizzare gli occhi, ma poichè il movimento è la loro natura, se non possono spostarsi da un punto all’altro perchè tu li trattieni forzatamente sull’oggetto, accadrà un fenomeno stranissimo

 

Se non permetti loro di muoversi da un punto all’altro nello spazio esterno – si muoveranno dall’esterno verso l’interno – perchè, ancora una volta – il movimento è la loro natura – hanno bisogno di movimento.  Se non consenti il movimento continuo da un oggetto esterno all’altro, bloccandolo – quel movimento fa un salto dall’oggetto esterno alla consapevolezza intreriore, lo sguardo comincia a muoversi all’interno. Ricorda questi principi e ti sarà facile comprendere le tecniche che incontrerai.

Cosa c’è all’esterno? All’esterno c’è lo spazio, l’immagine del mondo è nello spazio. E cosa c’è all’interno? All’interno c’è il tempo. La coscienza si muove nel tempo. L’immagine è dello spazio, il tempo è del corpo..quel movimento sei Tu

 

E’ naturale, ci muoviamo all’esterno perchè abbiamo dei bisogni che possono essere soddisfatti solo tramite gli oggetti, oggetti che si possono trovare solo se ci muoviamo nel mondo. Allo stesso modo, non ci muoviamo all’interno finchè non abbiamo creato il bisogno di farlo. Apprendendo – ci accorgiamo di non ricordare nulla in realtà, non abbiamo memoria, se non quando ricaviamo qualcosa di essenziale da esperienze che sembrano fulminee e occasionali, che spezzano semplicemente quel muovere in un cerchio dove si confonde il già visto con un ricordo, il già sentito come certezza, il già fatto come familiare. Quando solo s’intuisce che è quest’insieme che ci muove in realtà, la necessità di uscire dal solco è istantanea e l’apprendimento non può farne a meno, anche la memoria, il passato, la tradizione – assumono nuovi valori e significati.

Le tecniche sono semplici, ma non pensare che siano semplici. Quando le fai, allora scopri che è molto arduo.

“Qualunque sia la tecnica, la presenza attenta è l’obiettivo da raggiungere”

 

quello che vedi è frutto di attenzione, allora sei di fronte al fatto  che sino ad ora qualcosa è sfuggito ai tuoi occhi. Osserva e aspetta  senza anticipare nulla, così non potrai immaginare – non potrai ingannarti su ciò che vedi: se vuoi usarle per vedere strani fenomeni, il paradiso o  per un sonnellino, per rilassarti, per sognare, qui non è il luogo adatto. Invece si acquista una nuova vitalità quando una parte di noi osserva in continuazione. Questa vitalità troverà nuovi modi per esprimersi. Un attimo precedente, non avresti mai pensato potesse accadere.

Apriamo le danze.

Open Dance


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