Sentire tutto in tutte le maniere, vivere tutto da tutti i lati, essere la stessa cosa in tutti i modi possibili, allo stesso tempo realizzare in sé tutta l’umanità di tutti i momenti in un solo momento diffuso, profuso, completo e distante. Fernando Pessoa
Colui-che-Colui-che-si-muove-a-piacimento simbolicamente, su un doppio livello di rappresentazione, è colui che vola o cammina sulle acque.
Le acque in tutte le tradizioni stanno a significare la possibilità universale
E’ la condizione del pensiero immobile: di chi non ha bisogno di spostarsi per essere in qualsiasi luogo.
Tutte e forme dell’arte e dell’addestramento tradizionali insistono sul fatto che i fini dell’educazione intellettuale e fisica non sono perseguiti separatamente: è sul corpo mente che si dovrà intervenire, se il corpo è centrale nel determinarsi dell’esperienza umana. Se diciamo che il corpo in ogni istante esprime l’esistenza – ciò è nel senso in cui la parola esprime il pensiero. Ed è attraverso una operazione primordiale che i segni stessi inducono all’esterno il loro senso, indipendentemente da ciò che è espresso.
Parliamo di una falda primordiale, primaria. Il che non significa propriamente antica, anche se antica lo è di certo. Le relazioni simboliche primordiali o primarie sono ancora con noi e sono ancora nascostamente costitutive del nostro modo d’essere e d’esperire
sebbene – per le opinioni del nostro intelletto – esse non sono più in primo piano. La nostra cultura, di fatto, le ha emarginate, pur continuando a nutrirsene
Parlare di un movimento a piacere significa parlare di un essere interamente in atto: la messa in opera di un principio in cui ogni potenzialità di manifestazione è stata resa attuale.
Quando l’uomo nell’immagine archetipica compie l’azione del Volare – essa deriva dall’incavo del nido irraggiungibile: è l’azione che separa lo sguardo dal nido stesso
La distanza e allo stesso tempo l’essere nel cuore del nido. Andare in posizione interna è svanire – o ancora meglio, insediarsi: questo non è solo rapimento, ma anche destrezza nell’azione. L’intuizione integralmente compiuta ancor prima che si intraprenda alcuna azione fisica è il principio di non causalità. Il pensiero allora è immobile. Pura immagine.
Questo pensiero immobile, che è il contenuto originario, l’identità stessa che si rivela – può essere immaginata come l’abilità di proiettare alcuni pensieri mentre ne manteniamo altri come un canovaccio su cui essi si mescolano a formare un’ azione di base
Come immagini – quella del camminare sulle acque come del librarsi in volo ne sono rappresentazioni potenti che simulano spazi di percorrenza da un luogo di origine remota – punto focale infinito nel quale l’unica esperienza possibile del reale ha luogo in un atto di non- differenziazione: oggetto e soggetto si fondono in un’unica esperienza. Qui non c’è distrazione dalla percezione, né dalla volontà propria – né dal pensiero proprio – ma trae a sé la forma stessa del tema cui l’attenzione era originariamente diretta.
Questa forma immaginata con tratti più marcati e migliori di quelli che l’occhio vegetativo mortale può vedere tra la pura immagine, e l’atto di questo corpo – di colui che si muove a piacimento – in un mare infinito di possibilità.
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