Open/Close Menu Maria Giovina Russo
il tempo dell'immagine

L’aldilà è il qui e ora percepito [soltanto] in modo diverso. Karl Du Prel

Il sogno: il più comune passo della vita verso l’invisibile. Al valico del sonno e della veglia, prima che si varchi l’intervallo, siamo circondati da visioni. Quello stato [il confine tra sonno e veglia] è il tempo ambiente delle immagini oniriche.

E’ noto: in un intervallo che è brevissimo secondo la misura esterna, il tempo del sogno può durare ore, mesi, persino anni, secoli e millenni. Il dormiente acquista una nuova misura del tempo, che trascorre con incredibile velocità.

Pur senza conoscere il principio di relatività che nei singoli sistemi il tempo trascorre secondo una sua velocità e una sua misura, qualcuno ha meditato sulla possibilità che il tempo trascorra ad una velocità infinita e rovesciandosi su se stesso: che, col passaggio alla velocità infinita il suo corso prenda il senso inverso.

Ma intanto davvero il tempo  può essere istantaneo e fluire dal futuro al passato, dagli effetti alle cause. Avviene quando la nostra vita passa tra il visibile e l’invisibile, dal reale all’immaginario

 

Il tempo dell'immagine

The hands want to see – The eyes want to caress

 

Il primo passo in questa direzione, verso questa scoperta del tempo istantaneo fu fatto dal barone Karl du Prel quando era ancora un giovane filosofo. Il passo fu essenziale per tutti quelli che sarebbero seguiti – come l’ulteriore e ancor più essenziale scoperta del tempo capovolto.

Andando dalle conseguenze alle cause, dal successivo al precedente, dall’attuale al trascorso, fino a un iniziale e ordinario – del tutto insignificante – evento esterno che s’insinua d’improvviso nel sogno, destandoci: un rumore o una voce qualsiasi, una parola detta ad alta voce, una porta che sbatte.

 

Un solo e uguale evento attuale è concepito in due coscienze, si intrufola nelle immagini interiori e istantaneamente ne segna il culmine, la conclusione di una realtà in cui tutto procede come in un dramma impeccabile che perderebbe senso e valore se quella conclusione non seguisse in tutta la composizione del sogno.

Ogni avvenimento nel sogno si svolge in vista della conclusione che è la causa stessa che ne provoca la narrazione:

 

uno sparo ci desta – ma è la porta che sbatte l’evento nel tempo del mondo visibile a dare l’avvio del dramma onirico con lo sparo al suo termine: nel tempo del mondo invisibile avviene il rovescio, e la causa non si manifesta prima della conseguenza.

Così nel sogno il tempo scorre, e scorre velocemente incontro al presente, all’inverso del movimento della coscienza di veglia

 

Il tempo dell'immagine

The hands want to see – The eyes want to caress

 

Si capovolge su stesso e con lo stesso tutte le immagini concrete. Siamo portati sul piano di uno spazio immaginario, per cui lo stesso evento che s’insinua dall’esterno, sul piano dello spazio reale, è visto anch’esso immaginariamente – cioè come se si svolgesse allo stesso tempo come scopo e oggetto di una tensione.

Nello stato di veglia uno scopo è forza ideale, anche se vago. Mentre da quest’altro versante, per quest’altra coscienza è una forza vitale, una realtà plasmatrice, una forma creatrice di vita. Questo tempo più intimo della vita organica procede dalle conseguenze alle cause-scopo, ma è un tempo che perviene in modo oscuro alla coscienza.

Così come nell’esperienza artistica, un’immagine potente scaturita da un qualsiasi evento o ricordo – ci strappa a noi stessi di colpo. Ne siamo soggiogati: ha inizio una narrazione che ci situa in un mondo più reale di noi stessi. Sappiamo infatti che il processo di lettura di un’immagine – anche quelle prive di movimento – si svolge nel tempo.

 

Il tempo dell'immagine

The hands want to see – The eyes want to caress

 

L’immagine sviluppa da sè le proprie potenzialità implicite, si forma un campo di analogie, simmetrie, di contrapposizioni. Il racconto che essa porta dentro di sè: questo materiale non è più soltanto visivo ma concettuale.

L’arte diventa un sogno sostenuto in uno stato di coscienza vigile in quell’intervallo magnetico tra le forme. Questa volta, a differenza dello spazio del sogno – nelle sue manifestazioni mantiene nell’immagine, nell’idea, nel racconto lo stesso magnetismo che separa il sogno dalla realtà, il mondo invisibile dal mondo visibile e al tempo stesso congiunge i due mondi.

L’insidia sta negli inganni e autoinganni che incontriamo sull’orlo del mondo. Nel linguaggio dell’arte [ma non solo] è l’abbaglio. Superato grazie all’iconostasi che è la visione: il confine tra i due mondi, la linea che contorna la visione.

La visione non è l’icona, non è la rappresentazione, ma l’onda propagatrice o una delle onde propagatrici della realtà stessa che l’ha suscitata.

L’icona è un’immagine del mondo venturo.

Consente di saltare sopra il tempo e di vedere vacillanti immagini del mondo futuro.

 

il tempo dell'immagine

L’arte diventa il campo di costruzione di una temporalità circolare che comprende oltre il passato ed il presente un affondo nel futuro. Un affondo che scivola dentro gli strati della psiche. – Ph. Maria Giovina Russo, 2015 –

 

 


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